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4 novembre 2014

Il sentiero degli Invisibili. Storie di krivapete, santi e paesi abbandonati

Domenica 9 novembre 2014 ore 09.00 Ritrovo ore 09.00 a Osgnetto Frazione di San Leonardo - Udine
Il sentiero degli Invisibili. Storie di krivapete, santi e paesi abbandonati

Tiziana Perini, ricercatrice della tradizione orale e raccontastorie, ci condurrà alla scoperta del lato magico e nascosto delle Valli del Natisone. Visiteremo la “Banca di Merso” a Merso di Sopra, sede dell’arengo e di antiche autonomie, per poi giungere, costeggiando la sinistra orografica del torrente Cosizza, al paese abbandonato di Cišnje, con volti e voci da evocare. A Cravero entreremo in una delle più belle chiesette votive delle Valli e sul dorso inclinato di un costone montuoso saliremo in cima ad una torre campanaria per respirare il paesaggio circostante. Sentiremo parlare di figure magiche e leggende, di santi, krivapete e di antichi rituali ancora in vita e ci lasceremo ispirare da suggestioni letterarie come “Le città invisibili” di Italo Calvino. In un percorso che si snoda su sentieri e strade interpoderali incontreremo la forza della natura che, abbandonata, stenta a lasciar tornare nuovamente l’uomo.
Costo
Il costo è di 25 euro e comprende le guide, il rientro in auto in caso di necessità, lo spuntino a Cravero e il ristoro -bevande incluse- al ristorante “Da NA.TI” (Osgnetto).
Programma
ore 09.00 ritrovo e registrazione presso il piazzale della Trattoria da “Na.TI” Frazione Osgnetto Comune di San Leonardo
ore 09.30 partenza dal piazzale della Trattoria
ore 10.00 arrivo alla “Banca di Merso”
ore 12.30 arrivo a Cravero
ore 16.30 arrivo a Osgnetto per la cena
Altre informazioni
Il percorso si snoda su sentiero facile e adatto a tutti. Si consiglia un abbigliamento da trekking, delle scarpe comode e acqua secondo le proprie esigenze. Sono graditi gli amici a quattro zampe. Percorso di 13 Km - dislivello totale di 384 m.
Accompagnatori Tiziana Perini e Antonio De Toni



La leggenda delle Krivapete

La Krivapeta è un personaggio mitico che compare nelle leggende raccontate dagli abitanti della Slavia veneta. Essa non è una strega, ma viene rappresentata come una donna che vive isolata dalla gente, abita in grotte o anfratti, vicino ai torrenti, ed ha la particolarità di avere i piedi ritorti (con il tallone all'avanti e le dita dietro), difetto da cui prende origine il nome di Krivapeta (dallo sloveno kriv = curvo, ritorto e peta = tallone) 
Le Krivapete vengono descritte come donne dai capelli verdi che ricoprono loro le spalle e vestite di bianco. Sono donne diverse e dotate di una grande ed intollerabile autonomia, di particolare capacità e cultura, trasgressive e selvaggie, a conoscenza delle virtù delle erbe e dell'evoluzione del tempo. Le Krivapete possono essere cattive con gli uomini oppure buone e pronte a dare loro consigli su come realizzare cose ignote ed a suggerire ai contadini i momenti più adatti alla semina, al raccolto ed alle altre attività della campagna. In cambio dell'aiuto però possono richiedere di portare via i bambini piccoli in quanto alcune sono crudeli e cannibali.
Le Krivapete sono quindi delle creature leggendarie del mondo del fantastico e dell'immaginario del popolo delle Valli del Natisone, che, con esse, andava ad arricchire le fiabe che i nonni raccontavano ai nipotini davanti al focolare.
Bisogna notare che le Krivapete, come gli altri spiritelli e mostri della mitologia slovena quali gli Skratiaci, i Benadanti, i Lintver, vengono sempre associati a caverne, precipizi e torrenti ossia a località potenzialmente rischiose per la vita dei bambini. I racconti dei nonni, con la loro atmosfera paurosa, servivano quindi, in tempi in cui i giovani giocavano per lo più nei prati e nei boschi, a far sì che i piccoli si tenesero lontani dai luoghi pericolosi.
 
Nei paesi del comune di Pulfero i nonni raccontavano ai nipoti la storia delle Krivapete. 
Dal momento che ai bambini piaceva molto giocare fino a tardi, anche con il buio, quando i genitori li chiamavano in casa dicevano loro: ”Se non rientrate verranno le Krivapete e vi porteranno con loro nel bosco”. 
 Però c’era sempre qualche bambino più coraggioso che non credeva alle Krivapete e stava più a lungo a giocare. Una sera, però, un bambino di nome Antonio venne rapito da una Krivapeta e lo portò in cima al monte “Bukuje”, nei pressi del paesino di Rodda. Arrivati in cima dormirono sotto ad un albero insieme ad altre Krivapete. Da quel momento il bambino dovette lavorare, sorvegliato da una Krivapeta: tagliava le legna, raccoglieva castagne e costruiva trappole per catturare gli animali. Ma Antonio pensava ogni giorno al modo in cui poteva scappare. Un giorno, mentre spaccava grosse legna, gli venne l’idea di fingere di non poter togliere la scure dal ceppo. 
Chiese allora alla Krivapeta se poteva unire le mani e infilarle nella spaccatura sotto la scure, per evitare che la spaccatura stessa si chiudesse. La Krivapeta fece come chiesto e a quel punto Antonio levò la scure dal ceppo e la Krivapeta restò con le mani bloccate al suo interno. Antonio così riuscì a scappare e tornò a casa; naturalmente al suo ritorno parenti e conoscenti fecero tutti una gran festa. Da questa esperienza Antonio imparò ad obbedire sempre ai suoi genitori.

Testo tratto dal sito www.pensieribyscilipoti.it

Informazioni e iscrizioni (entro sabato 8 novembre ore 18.00)

Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica Turismo FVG
Pro Loco Nediške Doline - Valli del Natisone
349 3241168 – 339 8403196 (attivi tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00)
info@nediskedoline.it - www.nediskedoline.it - www.vallidelnatisone.eu

 

 

 

 






 krivapete, santi e paesi abbandonati

 

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