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21 September
2022

Dopo 29 anni chiude la Stazione di Topolò: il festival famoso in tutta Europa dice addio al pubblico

Il direttore artistico Miorelli: motivi personali, nessuna ragione politica o finanziaria
Dopo 29 anni chiude la Stazione di Topolò: il festival famoso in tutta Europa dice addio al pubblico

Ventinove anni di successi, senza mai una flessione, un tentennamento. Una consolidata notorietà internazionale, l’apprezzamento di personaggi del panorama accademico e artistico da tutta Europa e dal mondo, l’amore incondizionato di Pif, che non mancava a un’edizione: nonostante tutto questo la Stazione di Topolò – Postaja Topolove, che solo qualche mese fa il Corriere della Sera e la rivista Dove hanno inserito nell’elenco dei 20 festival imperdibili, dice addio al suo pubblico, affezionatissimo e foltissimo, sempre pronto a raggiungere la piccola e lontana borgata del comune di Grimacco per diventare parte di quell’universo d’arte, sperimentazione e ricerca che la Stazione offriva ogni mese di luglio.

L’edizione 2022 diventa così l’ultima fermata di un viaggio che si chiude all’apice, non in fase di stallo, né tanto meno in curva discendente: stupisce, ma in realtà fino a un certo punto, perché l’imprevedibilità e l’anti-convenzionalità stanno nel dna della Stazione di Topolò e, in fondo, del suo creatore, che ieri ha comunicato la notizia (assieme ad Antonella Bukovaz, sempre al suo fianco nel progetto) tramite un breve post sui social. Al telefono, però, la spiegazione non la nega.

«Una questione mia. Esistenziale, direi», esordisce l’artefice di quel miracolo laico che è, o meglio è stata, la Postaja, motore di una ripresa sorprendente, considerato il noto e inarrestabile trend delle Valli allo spopolamento: è grazie alla “visione” e all’opera di Miorelli e dei suoi collaboratori, infatti, che il minuscolo borgo di Topolò si è salvato da un abbandono che pareva inesorabile, conquistando 16 nuovi residenti in appena tre anni – gli abitanti sono ora 29, contro i 13 del 2017, e sono tutti giovani – e assistendo anche alla nascita di un collettivo, “Robida”, che sta curando progetti di alto livello, ultimo in ordine di tempo l’Accademia dei Margini, varata di recente.


«Da quasi trent’anni mi occupo del festival – commenta il direttore artistico –, che mi ha dato tante soddisfazioni ma mi ha pure “ingabbiato”: adesso, a 66 anni, voglio vedere cosa c’è oltre Topolò. Ci pensavo da tempo. Non c’è nessuna ragione sotterranea o sottaciuta, alla base di questa scelta. Non motivi politici, non ragioni di copertura finanziaria. Solo la voglia di cambiare».

Già estrinsecatasi, peraltro, nell’accoglimento della proposta di assumere la direzione artistica del nuovo festival Estate in Antro, lanciato a maggio dall’associazione Tarcetta nelle grotte di San Giovanni d’Antro, appunto, e partito sotto i migliori auspici, con il tutto esaurito ad ogni appuntamento. «Una bella esperienza, promette bene: spero continui», chiosa Miorelli, congedandosi dalla “sua” Stazione. Che mancherà.





 

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