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13 January
2023

Cividale, il ''caso'' degli opuscoli anti-violenza

Polemica per i consigli inseriti nel volantino, realizzato dal Comune e distribuito nelle scuole superiori ducali
Cividale, il ''caso'' degli opuscoli anti-violenza

Non fate sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti; evitate d''indossare oggetti di valore; ricordate che l''aggressore osserva e seleziona le vittime anche sulla base di alcuni particolari come gioielli e l''abbigliamento eccessivamente elegante o vistoso. Sono alcuni dei consigli inseriti nel volantino anti-violenza che è stato distribuito nelle scuole superiori di Cividale del Friuli e che hanno sollevato un vero e proprio caso.

L''opuscolo realizzato, con fondi regionali, dall''Amministrazione comunale – che precisa di aver fatto riferimento a esperti del settore e ai consigli delle forze dell''ordine – non è piaciuto a molti studenti. E, nei corridoi del Convitto nazionale Paolo Diacono, sono comparsi anche cartelli di dissenso, con i giovani che si sono riuniti in assemblea.

I ragazzi hanno definito inaccettabili molte delle frasi contenute nell''opuscolo, ma contestano anche l''impostazione, ovvero l''idea di rivolgersi alle potenziali vittime, anziché fare prevenzione nei confronti degli aggressori. “Siamo convinti che alla violenza ci si oppone con l''educazione, non colpevolizzando le vittime”, chiosano gli studenti.

 

"Intendo fare un''interrogazione in Consiglio regionale sull''opportunità da parte della Regione di produrre e distribuire materiali dai contenuti inaccettabili, come quello dal titolo ''Prevenire le aggressioni, combattere la violenza'' distribuito a tutti gli studenti di Cividale”, annuncia Furio Honsell, consigliere di Open Sinistra Fvg.

"Come ha sottolineato il Movimento studentesco per il futuro, la prevenzione non può ridursi a capovolgere il ruolo tra vittime e carnefici. Si deve investire il denaro pubblico nell''educazione attraverso corsi all''affettività. Si deve prendere posizione in modo netto e forte contro la cultura maschilista e patriarcale ancora così presente in tanti ambienti della nostra società. Ma certamente non si può suggerire di limitare la libertà di abbigliamento e di espressione della propria personalità”.

"Alcune frasi contenute nell''opuscolo violano le pari opportunità e sono discriminatorie nei confronti di chi subisce e quindi implicitamente ''giustificano'' chi offende. Questo opuscolo andrebbe immediatamente ritirato e andrebbe chiesto scusa per aver suggerito comportamenti degni di un regime fondamentalista. Mentre nelle piazze di tutti il mondo donne e studenti sostengono la battaglia ''Donne, vita e libertà'' contro l''obbligo del velo e la parità di diritti in Iran, a Cividale invece, con l''appoggio della Regione , si va nella direzione opposta”, conclude Honsell.

“Sempre là si ricasca: se ti stuprano vuol dire che te la sei cercata, provocavi. Sembra la ripetizione di un vecchio pregiudizio, di una mentalità maschilista in via di estinzione, purtroppo è la tesi accreditata e diffusa dal Comune di Cividale, guidato dal centrodestra. Spero che l’amministrazione comunale della nostra antica e civile Città friulana metterà al più presto rimedio a questa dannosa iniziativa, che dovrebbe aiutare le potenziali vittime di violenza di genere e che invece le condanna a priori per mancata modestia e poco pudore. Le potenziali vittime dovrebbero sapere che possono contare sull’aiuto delle istituzioni quando l’aggressore se lo trovano in famiglia o sul posto di lavoro”, afferma la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani.

"E'' vergognoso e assolutamente antieducativo l''opuscolo realizzato dal Comune di Cividale, in collaborazione con la Regione, dove si danno consigli anti violenza sulle donne. Anziché lottare per un necessario cambio culturale, il sindaco di Cividale, con il supporto della Regione, sceglie di colpevolizzare le vittime, diffondendo un''idea ''iraniana'' secondo la quale le ragazze non possono vivere liberamente, ma debbano sottostare a codici di comportamento non richiesti a tutti gli altri cittadini. Dopo questo pessima figura ci aspettiamo una presa di posizione ferma della Giunta Fedriga affinché si chieda scusa agli studenti e si ritirino questi vergognosi opuscoli", commenta la consigliera regionale Mariagrazia Santoro (Pd).

"Occhi bassi, niente sorrisi, allungare le gonne. Qual’è il prossimo passo, il velo obbligatorio? Lo sconcerto delle studentesse e degli studenti cividalesi è il nostro" continua Santoro. "E'' necessario fermare la colpevolizzazione delle vittime: nessun atteggiamento, nessun capo di abbigliamento, nessun comportamento può giustificare chi usa la violenza. Il centrodestra continua a dimostrare un atteggiamento di chiusura nei confronti delle donne, dalla questione educativa che oggi viene calpestata da questo opuscolo, a questioni di altro tenore come la partecipazione del genere femminile nelle istituzioni, avendo negato per tutta la legislatura una norma che portasse un necessario equilibrio".

"Si tratta di indicazioni fuori dal tempo e fortemente diseducative. Non si prevengono le aggressioni, né si combatte la violenza suggerendo come si deve vestire una persona. Questo significa colpevolizzare a priori le vittime giustificando il comportamento dell’aggressore, che va condannato senza sé e senza ma", commenta Elisabetta Basso, presidente del Patto per l’Autonomia. "Serve piuttosto promuovere una cultura di parità e rispetto, a partire dalle scuole, ma certamente non perpetrando vecchi pregiudizi come avvenuto a Cividale. La parità di genere e l’educazione al rispetto sono valori irrinunciabili e un impegno prioritario delle istituzioni, che devono avere consapevolezza della necessità di ripartire da una reale cultura del rispetto dell’altro".

"Non ho ancora avuto modo di vedere l''opuscolo del Comune di Cividale, ma fin d''ora intendo dissociarmi da qualsiasi tipo di informazione che consigli alle donne come sorridere e come vestirsi. Le donne sono libere di sorridere e di vestirsi come vogliono, e niente può giustificare gli atti di violenza nei loro confronti". A sottolinearlo è Dusy Marcolin, presidente della Commissione regionale per le pari opportunità, in riferimento alla polemica innescata dalla diffusione di un opuscolo anti-violenza nella città ducale, contestato dal movimento studentesco e da numerosi esponenti politici.

"Ovviamente - premette la presidente - voglio vedere quanto è stato stampato e valutarlo con attenzione, ma dalle anticipazioni che ne sono state diffuse ritengo di dissociarmi dai contenuti dell''opuscolo, mettendomi al fianco dei ragazzi che hanno denunciato l''inopportunità di certe frasi. La mia intenzione - conclude Marcolin - è quella di parlarne anche con la sindaca di Cividale".

FONTE: www.ilfriuli.it





 

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